Oggi m’è apparso un articolo che riferisce di un certo parere espresso dal ministro Salvini circa “I docenti che non vogliono Gesù a scuola“. Poi, nelle mie letture personali , mi sono imbattuto in questa citazione di una frase che Thomas Jefferson, nel 1779, scrisse nello Statuto della Virginia:
“Sia, dunque, preso atto dall’Assemblea generale, che a nessun uomo debba essere imposto di frequentare o sostenere alcuna pratica, luogo o ministero religioso, né debba essere molestato o bruciato vivo, né lui né i suoi beni, o subire altre sofferenze a causa delle sue opinioni religiose o della sua fede; ma ogni uomo sia libero di professare e di conseguenza sostenere le proprie opinioni in materia di religione e che, ciò, non sminuisca, né aumenti o influisca in alcun modo sulle sue capacità civili” (Cit. in W. Grudem, Politics according the Bible, Grand Rapids, Zondervan, 2010, p.p. 24-25. Una sintesi dell’opera è stata pubblicata in italiano da Be edizioni, e da questa ho tratto la traduzione del passo).
Ora, con tutto rispetto, qualcuno dovrebbe spiegare al ministro Salvini che già prima dell’unità d’Italia, dal 1848, i diritti civili cominciarono ad essere restituiti agli Ebrei e ai protestanti Valdesi e che, nella Costituzione italiana gli artt. 3, 8, 19 e 20 affrontano la questione dei pari diritti di ogni religione e di chi la professa, che la Repubblica Italiana non ha una “Religione di Stato” e che lo Stato italiano è laico.
Va bene, posso riconoscere che Thomas Jefferson si trovava ben in anticipo rispetto ai tempi, e mi si perdonerà di aver posto a confronto quel grande uomo di Stato col nostro attuale Ministro dell’Interno, ma mi pare che quest’ultimo si trovi in notevole ritardo rispetto al corso della storia, del buon senso e, ahimè – e forse questo lo lascerebbe di stucco se solo venisse a saperlo – perfino dall’insegnamento di Cristo e dei suoi apostoli!