Un caposaldo della dottrina evangelica della Scrittura è quello della sua “perspicuità”, ovvero della sua “chiarezza”.
Se la Bibbia fosse un libro criptico e i suoi contenuti dovessero essere decodificati, o se per coglierne il senso dovesse essere necessario ricorrere a fonti esterne, come nel caso di molte porzioni del Corano che, per essere comprese, devono poggiarsi sugli hadith della vita di Maometto, non si potrebbe affermare la verità della sua chiarezza.
Invece, dire che la Bibbia è chiara, equivale ad affermare che il suo messaggio fondamentale può essere colto da chiunque che, anche senza ausilii esterni, si attenga alle regole della grammatica e la consideri nel suo insieme come parola inerrante di Dio perché è stata da lui ispirata in ogni sua parte.
Nel dire che la Bibbia è chiara, non si nega che in essa ci siano porzioni che necessitano di uno studio profondo e attento, ma quello che non si ammette è quanto afferma il Catechismo della chiesa cattolica, ovvero che:
L’ufficio di interpretare autenticamente la Parola di Dio è stato affidato al solo Magistero della Chiesa, al Romano Pontefice e ai Vescovi in comunione con lui. (§ 100 )
Un tale insegnamento si fonda infatti sul presupposto che la Bibbia non sia un testo accessibile all’uomo comune poiché nessun altro che non sia un papa o un vescovo appartenente alla trazione cattolico-romana potrebbe comprenderla correttamente.
Ma qual è lo scopo della Bibbia?
Essa ci è stata data affinché possiamo conseguire la conoscenza salvifica di Dio e, come afferma la Confessione di fede Battista:
Le cose essenziali che si devono conoscere, credere e osservare per essere salvati sono presentate e rivelate così chiaramente in alcune parti della Scrittura che non solo l’uomo istruito, ma anche quello incolto può giungere ad una comprensione sufficiente con l’ausilio dei mezzi comuni (1.7)
Per essere salvati non è necessario comprendere tutta la Bibbia, ma basta cogliere il senso e riporre fiducia in alcune porzioni che sono particolarmente adatte a questo scopo.
Ci sono molti fatti storici che attestano come ciò sia avvenuto tantissime volte. Ne citerò solo alcuni.
Il famoso “tolle lege” (prendi e leggi) che indirizzò Agostino all’epistola ai Romani, dalla cui lettura ne scaturì la conversione.
L’illuminazione ottenuta da Lutero che giunse a seguito del suo arrovellarsi e della sua intensa meditazione del testo biblico nel cercare di comprendere a fondo il senso dell’espressione “la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede” (Ro. 1:17) che gli aprì “le porte del paradiso” e che lo fece “rinascere” a nuova vita.
Il semplice invito del profeta Isaia: “Volgetevi a me e siate salvati, voi tutte le estremità della terra! Poiché io sono Dio e non ce n’è alcun altro” (Is. 45:22), ripetuto da un umilissimo predicatore metodista che produsse una sorprendente e repentina conversione nel giovane Charles Spurgeon.
Questi sono solo alcuni tra i più noti esempi della potenza della nuda “spada dello Spirito” nel penetrare i cuori e convertirli a Dio, ma dimostrano come la Scrittura “è perfetta e ristora (o “converte”) l’anima” e che “il comandamento del Signore è limpido, illumina gli occhi” (Sal. 19: 7-8).
Esclamiamo col salmista: “La rivelazione delle tue parole illumina; rende intelligenti i semplici” (Sal. 119:130). Offriamo il latte non adulterato dalle interpretazioni e dalle tradizioni umane e distribuiamo generosamente a tutti il pane genuino della Parola.
Gli affamati di giustizia e verità lo riceveranno e ne saranno saziati.